Cristina Paolino, “Sguardo sbarrato dentro”: recensione

di Paolo Pera

L’esile libro dal titolo Sguardo sbarrato dentro (Edizioni del Faro, 2023) è, ad oggi, l’unica opera della compianta Cristina Paolino, nata nel 1991 ai piedi delle Alpi Liguri, in Valle Tanaro, per poi morire suicida ai primi del 2021 dopo una vita di tormento interiore e di estro artistico, che si esprimeva nella pittura, nella fotografia e nella scrittura. Tale opera ha potuto vedere la luce grazie all’impegno del poeta Carlo Molinaro, ultimo compagno della giovane autrice, che firma la prefazione, e all’aiuto dei poeti Trinchero e Gruccia. Si tratta, come spiega Molinaro, di un accenno del lavoro della Paolino, poiché la condizione di dispersione dei suoi frammenti era tale da non permettere una raccolta più corposa; il prefatore, a proposito, interpella i lirici greci, aurali pur nella lontananza temporale e nella frammentarietà (chiari nella nebbia, insomma); aurale così la Nostra, per l’istintività della parola e la freschezza dolorosa. Si nota anzitutto, per tutto il leggero volume, come la sua personalità «quasi senza pelle» (v. p. 10) le facesse soffrire il giudizio esterno, permettendo quindi – nella breve nota in calce – un’ipotesi di giudizio psicanalitico, di totale mancanza di narcisismo (che, in giusta misura, darebbe la pelle necessaria a sopravvivere). Il corpo dell’anima di Cristina Paolino, potremmo dire, viene qui tracciato in un’ungarettiana «bocca digrignata», o nella magrissima nudezza delle amanti di Schiele, a cui si potrebbe riferire stilisticamente uno dei nudi dipinti che il volume riporta. Le eventualità del caso non ci hanno dato a sapere se quest’autrice sarebbe mai stata capace di consegnare un’opera di evidente valore, solo sappiamo che l’amore di chi la conobbe e valorizzò ne ha potuto produrre il ricordo cartaceo, il bozzetto, il “coccodrillo” di una vita tranciata nella sua primavera dal “vizio assurdo”, come dal fatto di non aver «imparato a innaffiar[s]i da sola» (v. p. 17). Infine, va ricordato come il ricavato delle vendite di questo «libretto» sarà devoluto, com’è giusto, ad associazioni di beneficienza.

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