Euphrase Kezilahabi e il verso libero swahili
a cura di Melania Panico
Euphrase Kezilahabi è uno dei maggiori autori contemporanei in lingua swahili. Proveniente dall’isola di Ukerewe, nella zona continentale della Tanzania, scrive mtiririko (poesia in versi liberi). Questo stile pone la sua poesia in contrasto con la “tradizione” africana e ha acceso un dibattito ancora attuale tra tradizionalisti e riformisti. Sarebbe tuttavia impossibile in questa sede dare voce al dibattito.
La poesia di Kezilahabi mostra uno stretto connubio con la filosofia europea, in particolare è influenzato da Nietzsche. Le traduzioni qui riportate sono di Roberto Gaudioso che da anni è impegnato a studiare e diffondere la poesia dell’autore africano. In merito alla traduzione lui stesso dice: “La traduzione delle poesie di Euphrase Kezilahabi, prestando attenzione parola per parola, aspira a trasmettere in italiano la forza delle metafore, del suono e del ritmo dell’originale. Il traduttore ha tentato di seguire l’autore in tutte le sue scelte linguistiche, anche le più singolari, perché nella poetica di Kezilahabi stile e filosofia sono un connubio inscindibile”[1].
Per quanto riguarda la scelta di Kezilahabi di utilizzare il verso libero, questa va ricercata non tanto nella volontà di distaccarsi da una tradizione, quanto piuttosto nella necessità della poesia in lingua swahili di comunicare a un maggior numero di persone, di essere a disposizione di tutti e non di una élite. Qui è anche l’atto rivoluzionario del poeta e la sua funzione sociale. Il registro è colloquiale ma mai basso. L’autore affronta e perfeziona i temi del dolore, della libertà, della realtà politica (le tre raccolte poetiche di Kezilahabi riflettono la fase storica della Tanzania post-Indipendenza) attraverso un uso metaforico che riempie di un nuovo significato la lingua. Nietzschiana è anche la visione del tempo: “La sua concezione del tempo non è statica, non si ripete come in un cerchio, né lineare teleologica, né segmentata non teleologica. Egli concepisce il tempo come una spirale. Riconoscere interamente il presente e il futuro potenziale vuol dire dare progetto alla propria esistenza; non è molto diverso dalla concezione heideggeriana di Cura. D’altra parte Kezilahabi nelle sue opere lega la sua concezione all’Eterno Ritorno e all’Oltreuomo nietzschiani e in questo modo alla Volontà di Potenza”[2].
[1] Gaudioso R., in USHAIRI NA UHURU Poesie scelte di Abdilatif Abdalla e Euphrase Kezilahabi, Wahariri na Wafasiri Flavia Aiello e Roberto Gaudioso (a cura di), Università degli studi L’Orientale, Napoli, 2017
[2] Gaudioso R., Il linguaggio del dolore e della libertà, in Smerilliana n. 18, The Writer, Milano, 2015
Fungueni Mlango
Hewa kunikosa
Na jasho kunitoka ndani ya chumba
Kwa upweke
Ninajiona nimefungiwa.
Sioni madirisha lakini
Mlango wa karatasi uko mbele yangu
Ninaugonga kwa mikono
Kichwa na mabega
Mlango unatoa mlio kilio,
lakini mwanadamu hatanifungulia.
Damu
Damu puani, damu mdomoni,
Damu kichwani itumikayo kama wino.
Mikono, kichwa, mabega uchovu.
Kwa kichwa kama cha mbuni
Mchangani, tena ninaugonga
Lakini mwanadamu hatnifungulia.
Ninaona kizunguzungu
Ninapiga kelele kama
Ng’ombe machinjioni:
Fungueni mlango!
Mlango fungueni!
Lakini mwanadamu hatanifungulia.
Aprite la porta
Aria mi manca
e il sudore mi cola all’interno della stanza
per solitudine
mi sento rinchiuso.
Non vedo finestre ma
una porta di carta mi sta davanti
ci batto con mani
testa e spalle
la porta cigola funesta
ma è terra e sangue l’uomo non m’aprirà.
Sangue
sangue dal naso, sangue dalla bocca,
sangue dalla testa usato come inchiostro.
Mani, testa, spalle spossato.
Con la testa come di struzzo
nella sabbia, ancora batto
ma è terra e sangue l’uomo non m’aprirà.
Estraniato barcollo
urlo come
un bue al macello
aprite la porta!
la porta aprite!
ma è terra e sangue l’uomo non m’aprirà.
Safari
Wakati nisafiripo kwenda mawioni usiku
Nitazichuma karanga zote zing’aazo angani
Na kuziweka ndani ya mifuko ya suruali langu;
Kisha nitazila moja moja toka mifuko iliyotuna.
Nitakapofika nitafungua kinywa kwa chapati
Ya dhahabu kabla haijapoa kilimani;
Halafu hapatakuwa na mwanga tena,
Kwani taswira na sitiari zote za nuru
Hazikutufikisha pasipo giza.
Kwa hiyo basi kama mkulima kipofu
Nitapanda mbegu gizani.
Il viaggio
Il tempo del mio viaggio verso l’alba la notte
coglierò tutti i baccelli lucenti in cielo
e li metterò nel fondo delle mie tasche
finché piene ad uno ad uno li mangerò.
Quando arriverò aprirò la bocca per il chapati
d’oro prima che si freddi sulla collina;
dopo non ci sarà più luce,
tutte le immagini e le metafore della luce
non ci hanno condotto dove non c’è oscurità.
Per questo allora come un contadino cieco
spargerò semi nell’oscurità.
Wimbo wa Unyago
Ishi kijana ishi, ishi maisha yako
Wazee waliishi yao
Sasa yamebaki kwako.
Ukabila ni utumwa
Olewa msichana olewa
Olewa chaguo lako
Hiari ni haki asilia
Achaguaye embe bichi
Ajua lini litaiva.
Chunga lugha ya ulaghai:
Usikubali kuitwa kipenzi
Hiyo ki ni ki ya kitoto;
Asifuye macho yako
Ataka kuyafumba;
Asifuye miguu yako
Ataka usitembee;
Asifuye meno yako
Ataka ucheke kijinga.
Akuandikaye barua ndefu
Ashindwa kusema ukweli;
Na kadi maneno ya wengine.
Akupigiae simu kila siku
Hana la kusema bali haloo:
Asemaye mumeo hafai
Nyumbani kwake pia hafai
Mbwa aliwekwa utumwani
Kwa kifupa kiso mnofu.
Ee mama mwenye rutuba
Zaa, zaa kwa mpangilio,
Si kufyatua matofali.
Zaa ukichunga afya yako.
Tawi lenye matunda mengi
Huvunjwa na upepo wa tufani.
Kumbuka
Kuku aliwekwa utumwani
Kwa wingi wa vifaranga vyake
Akashindwa kujenga kiota.
Canzone dell’Unyago
Vivi giovane vivi, vivi la vita tua.
Gli anziani vissero la loro
adesso resta a te.
Tribalismo è schiavitù
sposati ragazza sposati
sposa la tua scelta
diritto naturale è la volontà
chi sceglie un mango acerbo
sa quando maturerà.
Bada ad una lingua fraudolenta:
non accettare d’esser chiamata amorino
questo ino è di bambinino;
chi loda gli occhi tuoi
vuole che li chiuda;
chi loda le gambe tue
vuole che stia ferma;
chi loda i denti tuoi,
vuole che come una scema rida.
Chi ti scrive una lettera lunga
non riesce a dire la verità;
è un gioco con parole d’altri.
Chi ti chiama tutti i giorni
non ha altro da dirti che pronto:
chi dice che tuo marito non è adatto
a casa sua anche non è adatto
il cane messo in cattività
con un ossicino senza carne.
Eh signora feconda
genera, genera con progetto
non per sfornare mattoni.
Genera secondo la tua salute.
Il ramo con molti frutti
è rotto dal vento del tifone.
Ricorda
la gallina messa in cattività
per molti dei suoi pulcini
non può costruire un nido
Kirudi kina shaka, shuku na kero
Kirudi ni zaidi ya tabia.
Tupa jongoo na mti wake nje ya nyumba
Katika dimbwi la sahau.
Huko katika kimya atajinyoosha
Na kisha kutembea akipapasa kila kikwazo
Akipindapinda kwa imani kunjufu
Kuwa anakwenda mbele.
Asubuhi utamkuta tena ugani
Akitafuta pa kupenyeza
Kwa shuku utamtupa tena mbali nje ya ua.
Jioni utamwona akizunguka nyumba
Na miguu zaidi ya mia.
Wapo pia kunguni, chawa na viroboto.
Walisema “kikulacho ki nguoni mwako”
Utafua nguo zote kwa maji moto
Na kuzinyoosha kwa moto mkali
Nyoa kipara na nywele motoni tupa.
Bado kuna uhai ndani ya pindo.
Tumbua majipu yaliyo kwapani
Si muda yatahamia pasipo semeka.
Yabidi kuondoa aibu na huruma moyoni
Na kuitwa katili.
Kirudi ngángánizi dawa yake “kweli”
Fumua mfumo mzima
Ondoa mapindo na mafundo.
Nyota zinazoashiria kilimo na mavuno
Zimezibwa na wingu zito.
Hakuna kirudi angamizi
Kikeracho kama rushwa iliyokithiri.
Dubbio, sospetto e tormento nel ritorno
Ritornare è più che un’abitudine.
Getta millepiedi e l’ albero fuori casa
nella palude della dimenticanza.
Lì dov’è silenzio si stiracchia
e poi camminando accarezza ogni ostacolo
serpeggiando sicuro e contento
del suo andare avanti.
Di mattina lo ritrovi in aperto campo
in cerca di una fessura
con sospetto lo butterai fuori dal circondario.
Di sera lo vedrai circondare casa
con cento piedi.
Ecco cimici, pidocchi e pulci.
Dicono “ciò che ti mangia lo indossi”
laverai tutti i vestiti con acqua bollente
e con ferro rovente li stirerai
radi capelli e peli buttali nel fuoco.
C’è ancora vita nell’ orlo.
Riconosci gli ascessi sotto le ascelle
tra non molto si trasferiranno dove non si dice.
Devi allontanare vergogna e compassione dal cuore
e invocare lo sterminio.
Ritornare caparbio è la “vera” soluzione
Sciogli l’intero ordito
disfa orli e le cuciture tutte.
Le stelle segno di coltura e raccolto
sono sottratte da una greve nuvola.
Non c’è ritornare annichilente
ciò che tormenta come dilagante corruzione.
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