Dove andranno a finire le parole dei poeti
quando la luce non avrà tempo d’affacciarsi
e la polvere soffocherà l’ultimo fiato romantico?
Dove?
Quando un agosto maldestro
le avrà screpolate, lacerate, zittite?
Scalcinate, tagliuzzate, perforate dai secoli, slavate.
Eroiche parole dei poeti, prosciugate e celebrate.
Imbavagliate, sospirate. Sofferte.
Si rifugino sotto un arcobaleno,
ombrello di Dio a difenderci dalla foschia.
Sanate dal colore dischiuso tra onde e nuvole.
Al riparo dallo stridore della noia.
S’accovaccino sotto questa curva
umida di grandine
e ne conoscano la Celeste impronta.
Reggano oltre il finire della musica, inossidabili.
Le parole dei poeti
siano immortali suoni finissimi.
Cristina Ghislanzoni per un foto di Massimo
…perché i colori tengano in vita la poesia (e viceversa)
ed ogni forma d’arte arricchisca e preservi le altre…