Ecco, inedita in Italia, una breve intensa conversazione tra due uomini, due grandi scrittori, due artisti. Non parlano di letteratura ma di vita.L’ho trovata in una rivista che mia ha regalato una poetessa argentina. E voglio compartire il dono.
Davide Rondoni
J.L.Borges, V.D.Moraes un incontro a Buenos Aires
Il 16 settembre del 1975, la giornalista Odile Baron Supervielle organizzò un incontro con Jorge Luis Borges e Vinicius De Moraes. La riunione avvenne nell’appartamento di Borges in via Maipù. Ebbi la fortuna e l’onore di essere invitato. Dopo la presentazione e l’installazione del registratore Uher con due microfoni iniziò la chiacchierata. Fu semplicemente questo: una chiacchierata, un dialogo senza un tema fisso, fu franco, diretto e discontinuo. Anni dopo , il processo di trascrivere i nastri fu appassionante e per niente semplice. Eliminai nel possibile le ripetizioni, ordinai per tema alcuni stralci della conversazione e fui attento nel trascrivere il tono colloquiale e informale in modo che il lettore avesse la sensazione di essere stato presente all’incontro che fu unico ed irripetibile e che dopo essere stato diffuso per radio, fu pubblicato nell’ annuario de ‘’La Vanguardia’’
Guillermo Fuentes Rey.
V.D.M : Le da fastidio il fumo Borges?
J.L.B : No , a tredici anni fumavo, per sembrare un uomo, ma poi smisi …
O.B.S : Borges … Lei è mai andato in Brasile?
J.L.B : Sì a San Paolo, quando mi diedero il Premio Municipal. A Rio de Janeiro, sono stato molto poco , appena due ore. Ho conosciuto realmente però la frontiera brasiliana orientale, la terra dei ‘’Gauchos’’ .
In questi giorni hanno ritirato dal cartellone ( del cinema) un film basato su uno dei miei racconti: ‘’El muerto’’, appunto ambientato in quella zona. Un bel film che però non è andato bene, credo che sul cartellone sia durato appena tre settimane. Chiaramente aveva alcuni errori. Ambientato negli anni 90, venne presentato con una locandina molto povera che mostrava i contrabbandieri giocare a biliardo, dico! Ma perché non che giocassero a golf !
Ho ambientato il racconto lì, perché fu lì che vidi venir assassinato un uomo, rimasi impressionato.
V.D.M : Dopo questo episodio, gliene capitarono altri?
J.L.B : No, però ho visto morire molta gente, mia madre ad esempio, ormai sono due mesi…
V.D.M : L’omicidio di cui ha parlato, deve averla impressionata molto, dopotutto parla molto della morte nei suoi libri.
J.L.B: Sì, esatto … La cosa curiosa è che, sul momento, non sembrava avesse avuto chissà quale impatto su di me. Avvenne in una pasticceria dove mi trovavo assieme ad Enrique Amorim. Avevamo deciso di visitare la frontiera. Lui voleva mostrarmela come anche la locanda della sua famiglia, noi eravamo lì, si parlava di letteratura e ci fu quell’incidente. Ammazzarono con due colpi di pistola un uomo. Venne ucciso da un nero , sicario del governatore. Gli sparò a sangue freddo ma non gli venne fatto nulla. In un primo momento mi sembrò semplicemente qualcosa di fastidioso, poi la sensazione si ingigantì.
O.B.S : Che curiose le correzioni operate dalla memoria!
J.L.B : Sì, è strano. Ora lo ricordo e ne parlo, invece quel giorno era come se l’avessi dimenticato immediatamente, ripresi a conversare con Enrique come se niente fosse …
V.D.M : In Brasile ci sono città così incredibili che accadano queste cose. Ce n’ è una tra lo stato del Rio e Espiritu Santo dove una volta venne intervistato un agente di polizia perché pareva che un altro agente fosse morto, come effettivamente era accaduto.
All’agente domandarono chi avrebbe potuto assassinarlo, questi tirò fuori una lista di nominativi di bravi pistoleri e ne indicò due, uno dei quali si chiamava ‘’ Cento-morti’’, quando andarono ad interrogarlo per la faccenda quello disse : ‘’ no no, io sono già in pensione!’’
Sicuramente non fu lui! Sarà stato l’altro nome forse! Addirittura quando domandarono all’agente quanti abitanti avesse la città quello disse : ‘’ non ha abitanti, ha sopravvissuti !’’
J.L.B : Accipicchia, ‘’Cento-morti’’ : Mi sento molto umiliato. I malviventi che ho conosciuto io contavano al massimo due tre vittime, sempre col coltello, mai pistola. La pistola era per gente debole, codarda.
BORGES E L’ETERNITA’
G.F.R : Borges … l’arte è il modo per raggiungere l’eternità?
J.L.B : Siccome io non mi aspetto di raggiungere l’eternità, questo non mi riguarda. Non credo nella vita dopo la morte, quando mi sento triste mi consolo pensando che sparirò molto presto, che non durerò a lungo. Cosa mi può importare di quello che mi succede nei pochi giorni che mi restano ,se capita che le persone provino a minacciarmi alludendo all’altra vita io rispondo sempre: Non otterrete nulla in questo modo da me perché io sono già contento, voi mi minacciate dicendo che dovrò pensare ancora a lungo ad un uomo chiamato Borges , che viveva a Buenos Aires … Bene, lasciamo tutte queste pene da parte. La teologia è una delle migliori forme di letteratura fantastica. Io non credo in niente di tutto ciò. Tuttavia a casa mia accadde qualcosa di strano, mia madre era cattolica, come tutte le donne Argentine , mio padre agnostico , o libero pensatore ( allora si diceva così) come tutti gli uomini argentini , mia nonna invece molto religiosa ma protestante, l’altra mia nonna anche, nella maniera convenzionale, cattolica , e tutti vivevamo insieme, ci volevamo molto bene.
BORGES E DE MORAES DIFRONTE ALLA VITA
O.B.S : Cos’è quello che vi tiene entrambi in vita ? cosa vi sentireste di abbandonare se vi dicessero che morireste domani ?
J.L.B : Nessuno può immaginare come reagirebbe davanti una cosa simile ma io ho viaggiato in aereo con tormente molto forti , ed all’avvicinarsi della morte non ho sentito niente, neanche qualcosa che fosse interessante. Io come tutti gli uomini ho paura del dolore fisico ma credo che se sapessi di morire questa notte, in modo divino, sarei tranquillo, anche se naturalmente, niente si conosce abbastanza. La mia vita ora è molto limitata. Prima andavo molto al cinema, ora non posso; mi rattrista l’idea di uno schermo enorme davanti i miei occhi e non sapere se lo sta occupando una pianura o un volto. Mi piaceva molto leggere, ora non posso … non posso scrivere, quindi quando sono solo cerco di inventare cose : Argomenti di storia , preparare lezioni … ormai riesco a sopportare bene la solitudine, in realtà prima , quando avevo la vista e vivevo in Androgué , quei minuti di treno per spostarmi mi sembravano molto lunghi quando non avevo per le mani un libro. Ora potrei star seduto per due ore qui in questa stanza senza che venga nessuno , scollegando anche il telefono e lasciandomi semplicemente così, a condurre una vita passiva.
O.B.S : E a te Vinicius ,cos’è che ti aggrappa alla vita?
V.D.M : Quello che più mi tiene attaccato alla vita sono le donne!
LE DROGHE E L’ALCOOL. LA FELICITA’
V.D.M : Borges … non le interesserebbe drogarsi un po’ ? fumare marihuana ?
J.L.B : Ho provato, ma non ho avuto alcun risultato.
La marihuana produce meno effetti di una pasticca di menta, secondo me.
V.D.M : A me no ! A me produce un effetto barbaro!!!
J.L.B : Bene … Lei ha più fortuna di me. Ho provato vari esperimenti con la cocaina e non mi hanno dato nessun risultato. Mentre , quando ero giovane, c’era una bibita molto comune a Buenos Aires , che si trovava nei magazzini, produceva un ubriachezza molto leggera. A volte ho bevuto qualcosa di più forte , come grappa o Whisky …
V.D.M : L’alcool non l’ha mai fatta impazzire più di tanto …
J.L.B : no, mai . In realtà l’unica bevanda che mi piace è l’acqua. Anche il latte freddo, la sidro ed anche, mi perdoni, il caffè colombiano . Guardi io credo molto nella frase del mistico inglese Blake: ‘’ la felicità vale di più dell’ allegria’’. E’ molto più importante la felicità, che è serena, mentre l’allegria ha qualcosa di effimero , di quasi scomodo per gli altri, di rumoroso … una persona ubriaca si mette sempre in ridicolo. Io mi sono sentito molte volte felice quando ero giovane. Lo ero quando cavalcavo o leggevo. Certamente si tratta di felicità facili, dipendono soltanto da se stessi , quando la felicità dipende dall’altro c’è sempre un momento di dubbio, di ansia.
V.D.M : In questo siamo completamente agli antipodi, per me la felicità dipende inevitabilmente da un’altra persona , io non posso essere felice solo. Per me è impossibile.
LE DONNE E LA DONNA
V.D.M : Ditemi Borges, cosa pensa delle donne?
J.L.B : Non penso mai ‘’alle’’ donne, io penso ad ‘’una’’ donna, se uno pensa che possano esistere nello stesso tempo due donne, questo vuol dire che non gli importa delle donne.
A me ha sempre interessato una donna alla volta. Che poi, per me questa donna sia stata sempre la stessa, non interessa ora…
V.D.M : Cosa l’attrae nella donna, ora che non la vede?
J.L.B : … La verità… me lo sta ricordando lei che non la posso più vedere, perché sì, io penso che sia bella , ma uno non si innamora di una donna unicamente per questo. Conosco donne molto belle che non sono particolarmente amabili, e donne molto brutte che suscitano amore.
V.D.M : Ma molto, molto brutte no, Borges !
J.L.B : Se una donna è intelligente, se è sensibile … questi sono i valori, la bellezza ha importanza, ma non è l’unico elemento.
V.D.M : Sì, però ci sono brutte alle quali non c’è rimedio !
L’OMOSESSUALITA’
V.D.M : Cosa pensa invece dell’ omosessualità?
J.L.B : E’ una questione che non capisco !
V.D.M : Non capisce che due persone dello stesso sesso si possano amare e vivere insieme?
J.L.B : So che questo può accadere, ma non posso discuterci sopra, non posso argomentare!
V.D.M : Se lei avesse un figlio omosessuale, lo rifiuterebbe?
J.L.B : Beh, farei il possibile affinché desista da questi gusti curiosi, c’è un libro di un autore inglese che addirittura sostiene che l’omosessualità è una prova dell’immortalità dell’anima, perché se in un uomo risiede un’anima di una donna , questo vuol dire che l’anima è indipendente dal corpo ! E’ un testo che mi mostrò mio padre per curiosità. Posso solo dire che ho alcuni amici omosessuali che lo ipotizzano. Ricordo che, una volta che andai in Siviglia, conobbi un signore che mi disse: ‘’ Le diranno che sono omosessuale, voglio chiarire che non si tratti di calunnie, sono omosessuale’’
Pensai che nel dirmelo fu molto uomo, lo era in tutto, fatta eccezione per la sua condotta, che però non giudico, perché non giudico il comportamento altrui, un traditore o un assassino.
Rivista bimestrale, PROA, Gennaio/ Febbraio 1999, n°39 ,Buenos Aires.
Traduzione a cura di Alessia Iuliano

