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La poesia aborigena di Oodgeroo Noonuccall

La poesia aborigena di Oodgeroo Noonuccall

di Massimiliano Mandorlo

La poesia australiana contemporanea offre un interessante panorama, con una vivace scena culturale caratterizzata da writers’ centres, workshops e premi di poesia promossi da case editrici universitarie, con autori già noti e tradotti internazionalmente (ad esempio Les Murray o Kinsella, giusto per citare due nomi di rilievo) ed un buon numero di poeti emergenti già pubblicati e tradotti fuori dal continente australiano. Accanto alla letteratura australiana, le cui recentissime origini vanno ricercate in buona parte nella rielaborazione della tradizione letteraria anglo-americana, esiste invece una letteratura che affonda le sue radici in tradizioni orali millenarie: quella aborigena. Ed è proprio su questo versante di studi che si inserisce l’utile e coraggioso contributo critico di Di Blasio e Zanoletti, incentrato su We are going (1964) di Oodgeroo Noonuccall, prima poetessa aborigena ad esordire, su incoraggiamento di Judith Wright, pubblicando in veste editoriale i propri versi, animati da un ‘furor’ che mescola insieme passione politica ed epica, memoria del passato e speranza. Il volume propone integralmente, per la prima volta in traduzione italiana, il testo di We are going, accompagnato da un attento e preciso commento critico ed analisi testuale. Caratterizzano la raccolta di Oodgeroo Noonuccall alcuni tratti fondamentali colti con precisione dall’analisi critica: in primis l’esperienza della natura vissuta come “mitologia viva” (in cui si inserisce il tema aborigeno del Dreamtime) e infine la memoria delle antiche storie tradizionali: un ricordare che diventa appunto viva memoria, frutto di una vera e propria “rielaborazione interculturale”. Le autrici sottolineano infatti come, nel caso della letteratura aborigena, il patrimonio orale confluisca nella produzione scritta solo tardivamente e adattandosi, modellandosi, rielaborando i suoi stilemi a contatto con la cultura e lingua del popolo dominante (anche la Noonuccal utilizza la lingua inglese per veicolare, attraverso l’uso costante e ripetitivo della rima, la sua vis epica e polemica, affermando infatti in An Appeal: «Writers, who have the nation’s ear,/your pen is a sword opponents fear» trad. «Scrittori, che avete gli orecchi della nazione,/la vostra penna è una spada che il nemico teme»). La rivendicazione geografica e politica attraversa intensamente quasi tutte le liriche della raccolta, aspirando ad una cittadinanza ‘universale’ che unisca neri e bianchi, riconoscendo alla popolazione aborigena la sua eredità strappata con forza durante la colonizzazione del continente: «Must we native Old Australians/in our own land ranks as aliens?» trad. «Dobbiamo noi, Australiani nativi delle origini,/essere classificati come stranieri nella nostra propria terra?»(Aboriginal Charter of Rights). In un testo centrale che dà il titolo alla raccolta (We are going), la protesta politica lascia poi spazio ad alcuni versi in cui la scrittrice aborigena esplicita, con grande intensità corale, le radici e l’identità del proprio popolo: «We belong here, we are the old ways./We are the corroboree and the bora ground,/we are the old sacred ceremonies, the laws of the elders./We are the wonder tales of Dream Time, the tribal legend told./We are the past, the hunts and the laughing games, the wandering/camp fires» trad. «Noi apparteniamo a questo luogo, noi delle antiche usanze,/noi siamo il corroboree e lo spazio del bora./Siamo le antiche cerimonie sacre, la legge degli anziani./Siamo i meravigliosi racconti del Tempo del Sogno, le leggende tribali narrate./Noi siamo il passato, la caccia e il suo lieto bottino, i fuochi degli accampamenti nomadi». Ma è forse nel testoLet Us not Be Bitter che Oodgeroo Noonuccal consegna al proprio popolo, a cui si rivolge con lucida sapienza, la speranza di un possibile rinnovamento,  a partire dalla rinata consapevolezza di continuare il cammino abbandonando il lament elegiaco del passato: «The past is gone like our childhood days of old,/the future comes like dawn after dark,/bringing fulfilment» trad. «Il passato è andato come i nostri vecchi giorni dell’infanzia,/il futuro giunge come l’alba dopo il buio,/portando compimento».

F. Di Blasio, M. Zanoletti, Oodgeroo Noonuccal con We are going, Università degli studi di Trento, Dipartimento di lettere e filosofia, Trento 2013

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