Paul Guillon, da “Le tue impronte” ed Ad Solem
Una poesia che viene dal silenzio e il silenzio ricrea, nuda e apparentemente semplice. Ricca di cose meditate a lungo, fiorite in immagini che sposano l’improvviso e la durata. C’è una poesia francese contemporanea che ha preso altre strade da quelle – pieni di effetti mentali e di effetti speciali della lingua- seguite a una parte della stagione simbolista.
Come il nostro già conosciuto Jean-Pierre Lemaire, comparso su clanDestino e di cui tradussi una meravigliosa antologia (“Gli uomini finestra” Edizioni della meridiana, Firenze) anche PG sceglie di darci nella poesia il fiore della sua meditazione, della vita vista in panorami personali e comuni. Le lumache, l’anziana morta, i cigni, la mitologia, la croce, il bianco della neve, sono elementi che la poesia assume non perché siano essi ridotti a simbolo ma perché parlino attraverso la loro presenza. Un incremento del mondo attraverso l’ascolto delle sue indicazioni di senso. E un suo ringiovanimento ai nostri occhi affamati di inizio della vita.
Davide Rondoni
Il neige.
Le ciel se colle à nos fenêtres
s’émiette
étouffe toute forme
tout bruit
toute odeur.
Le blanc déborde
de partout
mêrne des cheminées
comme si les couleurs
ne pouvaient plus
retenir
tour ce blanc accumulé
secrètement
au fil des jours
nos douleurs tues
soudain répandues
en un si grand
silence.
Nevica.
Il cielo s’incolla alle nostre finestre
si polverizza
tuffa in sè tutte le forme
tutti i rumori
tutti gli odori.
Il bianco deborda
ovunque
anche dai camini
come se i colori
non potessero più
trattenere
tutto questo bianco accumulato
segretamente
al confine dei giorni
i nostri dolori nascosti
d’improvviso diffusi
in un così grande silenzio .
***
Une autre chambre.
Aujourd’hui, comme ces derniers jours
Tu restes allongée.
Tes enfants, petits – enfants, sont presque tous venus
en même temps
dans ta nouvelle chambre.
Dans ton cercueil ouvert
la mort t’a enfin rendu ton visage.
Un’altra camera.
E oggi, come negli ultimi giorni
tu resti distesa.
I tuoi figli, nipoti, sono quasi tutti arrivati
nello stesso momento
nella tua nuova camera.
Nella tua bara aperta
la morte ti ha infine restituito il tuo viso.
***
Clous.
Jésus vient toujours avec sa croix.
Les peintres et les sculpteurs le savent
qui les ont souvent peints ensemble
en hésitant toujours
pour placer les clous
entre les paumes et les poignets …
Jésus vient toujours avec sa croix.
Mais on ne sait jamais
où porteront les clous
en nous.
Chiodi.
Gesù sempre viene con la sua croce.
I pittori e gli scultori lo sanno
avendoli spesso dipinti insieme
e sempre esitando
su dove piazzare i chiodi
nel palmo o nei polsi…
Gesù sempre viene con la sua croce.
Ma non si sa mai
dove si pianteranno i chiodi
in noi.
***
Cygnes.
A Délos,
les cygnes du lac d’Apollon se sont envolés.
Ils se sont transformés
en arbres, métamorphose ovidienne
entin réalisée.
Quelques-unes de leurs plumes sont restées accrochées
au loin, entre les ardoises de la mer.
Ils sont entrés dans le silence des pierres.
Cigni.
A Delos
i cigni del lago di Apollo si sono involati.
Si sono trasformati
in alberi, metamorfosi ovidiana
realizzata infine.
Alcune delle loro piume sono rimaste attacate
lontano, tra le ardesie del mare.
Sono entrati nel silenzio delle pietre.
***
Ce matin le lac se tait
le cœur gros d’un silence
qui a la profondeur d’une parole
longuement mûrie
cent fois hésitée
et finalement tue.
Ce soir les montagnes
ont au bord de leurs lèvres bleuies
par le froid
la même parole à jamais tue,
le mystère même du monde
que l’homme qui les contemple
désire et pressent sans jamais parvenir,
lui non plus, à le formuler.
Stamattina il lago tace
il cuore gonfio di (un) silenzio
che ha la profondità di una parola
lungamente maturata
Cento volte esitata
e finalmente taciuta.
Questa sera le montagne
hanno all’orlo delle loro labbra viola
per il freddo
la stessa parola per sempre taciuta,
il mistero stesso del mondo
che l’uomo che sta a contemplarle
desidera e presente senza mai arrivare,
neanche lui, a formularlo.
***
Mes poèmes sont des escargots :
d’ abord ils sont très lents
à parcourir le monde
– des heures pour un petit bout de jardin;
ensuite quand on en met plusieurs en rang
sur une feuille
on ne sait jamais quand
ils vont arriver au bout
s’ils ne vont pas partir en sens inverse
disparaître l’air de rien dans la nature.
Le mie poesie sono delle lumache;
Son davvero lentissime
a percorrere il mondo
ore e ore per un piccolo pezzo di giardino;
e poi quando se ne mettono parecchie in fila
su un foglio
non si sa mai quando
finiranno la loro corsa
se arriveranno in fondo
se non vorranno partire in senso inverso
sparire nella natura facendo finta di niente.

