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Rosita Copioli e le stelle

di Davide Rondoni

Rosita Copioli, I fanciulli dietro alle porte, Vallecchi, 2023

È la poetessa medesima ad ammettere, nella nota finale, di non chiedere al lettore di seguire il percorso di nomi, enigmi, accenni e citazioni che questo libro sventaglia, bellissimo nel grande del respiro poematico e nel minimo di delicatissime liriche o versi fulminanti. Non chiede, Rosita Copioli, offre. Con una generosità d'amore che indica, prima ancora, verrebbe da dire, di quanto nel testo si offre, la natura profonda del suo gesto poetico. Un amore strepitoso e colto, tenebroso e ardente di luce, desideroso. Abitato da forza e levità.
In questo libro summa cantante, in questo libro d'amante che è tornata "all'amore violento", come dice la prima poesia, Copioli ci offre la sua voce attenta al profondo della storia, letta - come nel poemetto iniziale, alla luce di biografia personale e di testacoda del tempo e delle figure. Versi che lungo il libro accostano l'aviatore Keller e Calvino, san Francesco e Prometeo, la repubblica del Carnaro e i disastri attuali d'Europa, Giano e Giovani Battista, una mitologia radicata nella storia dei luoghi romagnoli vissuti come Rimini o Santarcangelo e riferimenti a occulti saperi d'Oriente. Nella storia non ha luogo mai l'Eden. La cenere, la cenere sembra la legge del vivente. Se non che l'amore è segno stellare di rinascita. Quante stelle nella poesia della Copioli, autentica navigante nella storia e nell'amore! "Noi eravamo cauti. Loro no./ Pressanti, pressoché infuriate/ premettero sul nostro capo". Versi che alternano e sanno comporre la forza visionaria di Dylan Thomas (e di Pound) e i ricami d'assoluto della Dickinson. Alla storia e ai desideri negati (da cui la splendida metafora leopardiana del titolo) in una sorta di continuo pendolo e poi ascesi, l'autrice oppone l'esperienza di amore che "è stato ed è onnipotente" e che genera sguardi e versi di poesie bellissime come "Il profumo di mio figlio" o ritratti in versi efficacissimi come quello alla bravissima attrice Lucilla Morlacchi. Il compito della poesia in Copioli non è il banale resoconto biografico, come troppo spesso vediamo intorno, ma la ricerca, l'obbedienza alla forza per cui il mondo, come dice forse non a caso l'ultimo verso del libro "si trasfigura". E quale forza trasfigura il mondo, rovesciando passato nel presente, vincendo il tempo tenebroso, se non l'amore nei suoi qui tutti esplorati gradi? In quest'opera Copioli ce ne mostra l'opera trasfigurante, opera nutrita all'unisono dalla vasta cultura e dalla semplicità bambinesca dell'anima arresa agli stupori per la gloria semplice di un campo o degli uccelli. E di loro, delle infurianti discretissime stelle. Che presiedono al viaggio di fede cristiana e pietà, di vasta conoscenza e mistero. Stella che diviene carne, amanti che collassano come stelle, stelle ovunque che guidano una poesia forte che pur viene da un cuore "fragile lieve di cristallo". Così le vibrazioni di una vita che si inoltra nel tempo si riverberano nella lettura della storia e più occultamente nell'aprirsi come "albero / che ha le radici nel sangue" dentro una misteriosa vastità dell'essere. Divenendo il libro di poesia, come raramente accade, non più solo letteratura, ma fiato e stella per il nostro viaggio.

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