Laura D’Angelo, Cuore puro, Interno Libri Edizioni, 2024
di Alessia Iuliano
“e senza amore non ho voce”.[1] Questa frase, una delle prime che incontriamo tra le pagine di Cuore Puro – l’ultima raccolta di prose poetiche di Laura D’Angelo, pubblicata da Interno Libri Edizioni – sembra rivelare l’ideale che muove l’autrice a scrivere: l’amore, certamente.
Ma cosa significa davvero “senza amore non ho voce”? In musicoterapia, la voce è considerata l’impronta digitale dell’anima: il timbro, il tono e l’estensione con cui ciascuno di noi racconta la propria verità e si relaziona al mondo. In tal senso, Laura D’Angelo ci invita a riflettere su un aspetto che spesso diamo per scontato: senza amore – quello che doniamo e quello che riceviamo – non abbiamo voce, non esistiamo davvero. È l’amore a nutrire il nostro spirito, a dare vita alla nostra essenza. Non a caso, la prosa che contiene questa frase si intitola Tenersi, richiamando l’idea di una relazione sana, un legame che sostiene e arricchisce.
Prima di addentrarci ulteriormente nel libro, però, penso valga la pena soffermarsi anche sulla sua copertina, aspetto troppo spesso sottovalutato nei libri, specie di poesia. Il volumetto, compatto e maneggevole nel formato 13x19, conta circa 180 pagine tra testi in prosa e in poesia. La copertina, delicatamente illustrata da Valeria Puzzovio, raffigura una donna immersa nell’acqua, il cui volto è in parte visibile e in parte celato sotto la superficie. La sua espressione serena evoca pace, introspezione e, forse, un abbandono fiducioso al mare, simbolo molte volte di purificazione. Questo elemento visivo, a parer mio, amplifica il messaggio racchiuso nel titolo, Cuore Puro, suggerendo la ricerca di una verità nascosta che solo l’amore autentico può rivelare.
Proseguendo nella lettura dell’opera, emerge un doppio-tempo che attraversa l’intera raccolta. Da un lato, la memoria dell’infanzia, evocata nei “giorni giovani d’infanzia”[2] e nella “fiaba che a un certo punto finisce”[3]. Dall’altro, la vita adulta, descritta come “un’emozione infinita”[4]. Questo contrasto suggerisce che la purezza evocata dal titolo non appartiene né al cuore dell’autrice né a quello del lettore, ma a un luogo preciso: il cuore del “bambino interiore”, per usare un’espressione cara alla psicologia.
Quel bambino che in fondo al nostro cuore va curato, custodito, liberato e in effetti, Laura D’Angelo guarda all’infanzia con nostalgia, ma non si limita a evocare il rimpianto: ci invita a ricordare come rendere felice il cuore, liberarlo dalle brutture che pure esistono e, anche da adulto, augurarci che si “innamori”, incantato da quello stupore, come dire, fanciullesco:
“Siamo cresciuti così, con quelle luci che brillano ancora ma sono passate già troppo presto, aspettando il momento, la fiaba, lo stupore e l’incanto”.[5]
Rivolgendosi idealmente ai bambini l’autrice ci ricorda infatti: “Voi forse non lo sapete che gli adulti sono stati come voi, bambini. Lo sono ancora lì dove il cuore è felice”.[6]
È in questo, come in altri momenti, che la D’Angelo intreccia nostalgia e pedagogia: il cuore può essere felice, sempre, ma questa felicità richiede cura e ascolto; come sembra suggerire la stessa autrice in una delle prose più poetiche a mio avviso: “il dono della cura, [...] antidoto alla nostalgia”.[7]
Eppure, il cuore felice convive con un senso di mancanza, un vuoto che attraversa molte delle prose e poesie. Non a caso, in E mi lasci la mancanza, leggiamo: “Mi manca tutto quello che non è stato.” [8]
Più avanti, in altri passaggi, ci sono parole che scavano nel dolore del ricordo:
“M’addolora la fine, la mancanza […] mi fa compagnia un dolore che non muore […] Mi accompagna sui passi di ieri, chissà se ogni tanto, mi vedo tornare”. [9]
In questo viaggio tra passato e presente, l’autrice riconosce una malinconia sottile, quasi indispensabile: “Sono per la malinconia dei per sempre”[10], dice, pur ammettendo: “La ragazza che ero vede un tramonto e ancora si innamora”.[11]
La malinconia, in questa raccolta, non è una negazione della vita, ma una chiave per riconciliarsi con essa: con i passi avanti, i rimpianti e il tentativo di definire chi siamo. Come scrive l’autrice: “Gli anni si contano in cambiamenti, in passi avanti, in rimpianti”; “Crescere era un definire ruoli ed identità”.[12]
Laura D’Angelo, dunque, prova a consegnarci un messaggio profondo: il cuore puro non è un concetto statico, ma un ideale in evoluzione, da custodire anche nell’età adulta. Non si tratta di conservare un’ingenuità infantile, ma di imparare a convivere con le perdite, la nostalgia e le mancanze, senza smarrire la capacità di meravigliarsi. In questo senso, il cuore puro diventa un richiamo a ritrovare quel luogo dentro di noi dove innocenza e incanto non muoiono mai, ma si armonizzano con la maturità.
Sono numerosi i momenti in cui, nel testo, questa certezza ci viene riproposta, rivelando dell'autrice un’urgenza di scrivere che, a tratti, sfiora una fascinazione insistente per determinati temi. Una scelta che, certo, conferisce coerenza all’opera, e riesce a bilanciare la corposità dei testi con la semplicità del discorso. Uno dei momenti più riusciti, a titolo di esempio, è il seguente:
“Al sole sbiadito di un’estate svanita, mi sento come una bambina smarrita all’ingresso di scuola, in una stagione di sonni lunghi e sogni lontani, in cui basterebbe forse solo aspettare, stringerti la mano e, al suono di una nuova campanella, pazientemente continuare”.[13]
E il messaggio sembra essere proprio questo: accogliere la nostalgia non come un peso, ma come un’alleata nel cammino della vita, portando con grazia e resilienza il dolore, come “un fiore su un ramo / al cielo”.[14]
A una stella lassù
Vorrei esprimere
il dolore che nessuna parola
rivela. Lo porto in giro,
come un fiore su un ramo
al cielo esposto e al freddo
che fa tremare il vento, vorrei
come l’amore
che non si può dire,
per quanto è,
tanto fa male. Vorrei come
un soffio, un attimo
baciare un ricordo.
Per concludere, siamo, sì, di fronte a un volume che ricorda per molti aspetti un diario o una sorta di lunga confessione; dolore, memoria, e i loro contrari si alternano tra le molte e dense pagine e l’autrice si affida a un immaginario ricco di simboli naturali: il mare, i tramonti, le stelle, i cieli. E poi le rughe, segni del tempo che, come parte del ciclo della natura, della vita, si caricano di significato, come si evince da questo estratto: “Spesso continuo a raccontarmi quella ferita per non farti andare via, come un ricordo ancora vivo, anche se di quel tempo ormai non c’è più nulla, anche se quel dolore ormai non è che una piccola ruga che dice il tuo nome”.[15]
Indubbiamente, Cuore Puro di Laura D’Angelo è primariamente un percorso intimo e individuale dell’autrice, capace però di rivelare, pagina dopo pagina, le sfumature più profonde dell’anima di ciascuno di noi. Con una scrittura che alterna dolcezza e malinconia, l’autrice ci invita a percorrere insieme il sentiero della memoria, dove dolore e nostalgia si intrecciano a un desiderio di purezza e meraviglia. Ogni pagina sembra sussurrare l’invito a non smettere mai di ascoltare il nostro cuore, a curarlo e proteggerlo come una parte fragile e sacra di noi stessi. Consiglierei una lettura lenta e meditata di questo libro, adatta davvero a ogni età. La semplicità narrativa e la prospettiva familiare con cui l’autrice affronta i temi rendono il volume un compagno accessibile e capace di toccare profondamente chiunque si lasci trasportare dalle emozioni evocate.
L'autrice
Laura D’Angelo è laureata in Filologia classica e Dottore di ricerca in Studi Umanistici. Critico letterario, narratrice e poetessa, scrive tra le altre su riviste scientifiche di letteratura e di poesia come “Gradiva, International Journal of Italian Poetry” – Ed. Olschki, “Letteratura e dialetti”, “Studi medievali e moderni”. Ha in precedenza pubblicato, con interessanti riscontri critici, Sua maestà di un amore (Scatole Parlanti, 2021) e Poesia dell’assenza (Il Convivio, 2023).
Note
[1] D’Angelo Laura, Cuore puro (2024), Interno Libri Edizioni, Latiano (BR), p.15.
[2] D’Angelo Laura, Cuore puro (2024), Interno Libri Edizioni, Latiano (BR), p.16.
[3] D’Angelo Laura, Cuore puro (2024), Interno Libri Edizioni, Latiano (BR), p.21.
[4] ibidem.
[5] D’Angelo Laura, Cuore puro (2024), Interno Libri Edizioni, Latiano (BR), p.10.
[6] ibidem.
[7] D’Angelo Laura, Cuore puro (2024), Interno Libri Edizioni, Latiano (BR), p.91.
[8] D’Angelo Laura, Cuore puro (2024), Interno Libri Edizioni, Latiano (BR), pp. 22-23.
[9] D’Angelo Laura, Cuore puro (2024), Interno Libri Edizioni, Latiano (BR), p.24.
[10] D’Angelo Laura, Cuore puro (2024), Interno Libri Edizioni, Latiano (BR), p.44.
[11] D’Angelo Laura, Cuore puro (2024), Interno Libri Edizioni, Latiano (BR), p.55.
[12] D’Angelo Laura, Cuore puro (2024), Interno Libri Edizioni, Latiano (BR), pp. 72-74
[13] D’Angelo Laura, Cuore puro (2024), Interno Libri Edizioni, Latiano (BR), p.81.
[14] D’Angelo Laura, Cuore puro (2024), Interno Libri Edizioni, Latiano (BR), p.84.
[15] D’Angelo Laura, Cuore puro (2024), Interno Libri Edizioni, Latiano (BR), p. 104.
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