La scrittura poetica di Eleonora Chigbolu è abitata da una nostalgia abissale, che però invece di farsi imbuto in cui le cose (e le parole stesse) svaniscono, diviene una speciale luce di evidenza sulla vita e sul mondo. Così vengono immagini vivide, trovate di non trascurabile valore (come la domanda su che stella essere, che luce fare...) e una capacità di composizione che segnala una vera forza, seppur ancora in elaborazione - e lo sa chi ha visto i progressi notevoli dai primi tentativi. La vita qui è presa sul serio, e questo fa male ma fa anche luce.
Una poesia dunque da seguire.
Davide Rondoni
Dalla raccolta inedita Eucalypto di Eleonora Chigbolu, che si compone di quattro distinte sezioni: terra, aria, fuoco, acqua.
Dalla sezione “Terra”
Alfa e omega
Tu mi eri amante, padre, compagno.
Parlavi, maestro,
tesa d’amore io t’ascoltavo.
Era irriducibile il nostro dialogo,
fattosi fitto e intricato,
il fogliame inselvatichito dal tempo dell’attesa: non c’eri,
l’edera nodosa a ricoprire la mia casa,
mi hai salutata ed eri già muto,
mi hai abbandonata.
Senza il tuo volto
Anche le luci sono svaporate
nelle strade di Natale,
che cosa ne è stato di te,
dei sentieri che portavano alla tua casa,
che cosa ne hai fatto dei tuoi occhi,
non si posano più sui miei, famelici.
Le vie vuote riecheggiano del tuo nome,
un sogno che ricordo, un’idea estinta.
Sono Eco, lasciata sola.
Dalla sezione “Aria”
Devo riprendere la mappa –
rimaneggiare le costellazioni.
Sei andato a nasconderti negli spazi siderali,
eclissi di sole e non posso leggere i cieli,
hai ragione, attenderò il dieci di agosto
de – siderarti
Galassia
Sono galassia
un sistema di astri e alcuni non li conosco,
buco nero,
quando raccolgo e non so dove mettere il cuore,
non so come amare, quanta luce devo fare,
una nana gialla o una rossa,
sono forse il Sole,
eccomi, centro di tutto,
una supernova
M’ama non m’ama
Quanto era sacra – la mia casa
Cara al sole, ai fiori, all’etere pieno d’aria –
giocavo coi ronzii delle api –
a fingermi beata ed eterna –
nel mio bene nascosto
sussurrare il nome delle cose –
ridare significato alle assenze ricordate,
era sacro il mio tempo
il mio respiro – era tempo
Col fantasma di un altro,
vivere,
fantasmagorica presenza,
farsi distanza da ciò che circonda il corpo,
raggiungere l’alterità che mi abita
–φαίνομαι,
che cosa sei, mostrati, luce,
abbaglia
Dalla sezione “Fuoco”
Le mie risorse non sono infinite – o sì?
Ci si può rigenerare sempre
morendo, incenerendosi fenice
vorrei possedere occhio di lince,
essere predatrice e non de-pre-da-ta,
riconoscere il nemico,
non rischiare di essere sbranata
per una spinta troppo piena di fiducia –
un’infante gioiosa messa sempre in punizione
Quante volte ho perso l’amore
Questa volta era l’ultima
- stavolta - si è spenta la fiamma
che ti ruggiva, amante.
Rimpiangere i fuochi,
rimpiangere la cenere,
e quel pulire delle braci
ormai spente,
voraci e imperdonabili
Dalla sezione “Acqua”
Nell’acqua mi sono ricordata di chi ero prima d’essere,
un sogno, un desiderio, un punto di domanda,
primordiale respiro generato dal mistero –
di tempo in tempo ho imparato
a conoscere gli spazi che ho abitato
ignara dell’avvenire,
nessun timore indossare il tempo
Eleonora Chigbolu nasce a Roma da madre italiana e padre nigeriano. Diplomata al liceo classico, nel 2019 si laurea in Lettere moderne analizzando la relazione disfunzionale tra i protagonisti di Wuthering Heights di Emily Brontë da un punto di vista psicoanalitico. Nello stesso anno esordisce come attrice e autrice prendendo parte a Contemporaneamente Roma, Futura Memoria, con il racconto autobiografico "La fame", contenuto nella rivista in edizione limitata (Memorie) in ascolto, Griot/ Lit, curata da Johanne Affricot. Scrive per alcune riviste culturali di cinema, letteratura, musica concentrandosi sulla relazione e sul legame. Nel 2021 alcune sue poesie compaiono nell'antologia "Kontinentaldrift Das Schwarze Europa, Verlag Das Wunderhorn", curata dallo scrittore austro-congolese Fiston Mwanza Mujila per la Casa della Poesia di Berlino. Cura un blog personale dal 2006 in cui scrive poesie, racconti, riflessioni.
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