Scivolano a margine i ricordi
hanno paura di dimenticare
il fremito del corpo quando cede ai sensi
quando l’incanto diventa premura.
Un sorriso fa pensare a un tempo
in fragranza di futuro.
Gli anni più belli sono quelli degli abbracci,
valli fertili inclini alla scoperta
rami esposti al vento della vita,
lacci legati a radici che respirano.
Anelli schiusi alla necessità dell’amore
instabile come palloncini in volo.
Una mongolfiera si staglia in un cielo non mio
dove tanti io chiedono di stare.
Mi sostengono i piedi senza tacchi
muovono la mia anima sulle punte
senza pretesa di portare ogni giorno
il peso della vita.
La verticalità aiuta l’attenzione
a uno sguardo più ampio
perché dalle punte dei piedi
viene la poesia,
l’energia che spinge al salto,
fuori dalle nostre stanze
in cammino per il mondo.
Guardate isole e occhi,
lo stesso spazio indefinito
di foglie e pupille.
Distese di terra e sogni
stessi confini delimitati dal mare
un mare che sia di acqua o di memoria,
comunque di qualcosa che cambia.
Terra che vi sostiene,
mare che vi avvolge.
Sono anni pronti all’abbandono
quando lo sguardo s’inclina
per il peso del tempo e delle maree
e ci si perde fra le onde o fra i pensieri.
Il passato lascia impronte
sull’acqua e sulla terra
a mantenere promesse per il futuro.
Benedetta sia la chiavetta
Perdere per poi ritrovare
è qualcosa che porta il corpo a tremare e a spostarsi.
La paura fa miracoli quasi come la gioia.
La paura di perdere i dettagli dei giorni
mentre ti accorgi che è già tanto ciò che non ricordi.
Dentro quel frammento di plastica
c'è tutta la vita, la virtuale insieme alla vera,
ora smarrita o finita in mano a chi
tutto ciò non dirà niente.
Dirsi che è bello allevare un’idea
starci dentro ogni giorno e poi uscirne con un'amputazione.
Si perdono i pezzi, e ti chiedi a cosa servano i particolari
conservati in scrigni colmi di grazia e sospiri.
Quella memoria portatile ha deluso
perché ha tradito,
oppure il rimedio è abbassare il volume ai ricordi.
Ho speso bene la vita - sta scritto -
per questo c'è un timbro, quello del punto di vista:
si chiama imparare a staccarsi dal mondo
stare in piedi nel moto perpetuo del transito.
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Sempre elegante e modulata nel vento la poesia di Monica Martinelli: arriva leggera come un soffio, suscitando pensieri e fremiti di vita che accompagnano il nostro andare e il nostro stupirci nuovamente del mondo nel passo lieve della parola.
Un saluto,
Rosaria Di Donato
Grazie di cuore a Rosaria Di Donato per questo poetico commento! E grazie ancora a Davide Rondoni e alla redazione di ClanDestino per l’ospitalità