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La poesia che il cielo non contiene

Per Marco Amendolara (1968-2008), in memoriam
a cura di Melania Panico

Marco Amendolara è stato un poeta, un critico letterario e d'arte, un saggista, un traduttore dal latino. Avevo già avuto modo di parlare della sua opera in un articolo proprio su questa rivista, in merito a “Il corpo e l'orto”, libro postumo pubblicato nel 2014 da La vita felice (qui il link dell’articolo).
Nel decennale della sua morte, avvenuta il 16 luglio 2008, proponiamo una selezione di poesie tratte dalla produzione dell'autore che è e resterà una delle voci più importanti della poesia del secondo Novecento.
Quella di Marco Amendolara è una poesia complessa e vera, in cui è avvertibile sopra ogni cosa la centralità della parola. Parola mai salvifica, parola che dialoga col buio, lo scruta e se ne fa carico. Poesia luminosa perché dal buio prende luce. Una poesia estrema.

Testi

Da Misteri di Seymour (1989)

Il non detto è la prigione della lingua
E le superfici róse, le apparenze
Che non ingannano, si fanno
Come niente specchi del destino.
Nell' enigma degli occhi il poeta
Diviene esteta, profeta degli dei
Fedifraghi del proprio essere.
Nello schianto delle tempie,
Emozione che il cielo non contiene,
Celato il filo d'oro si dipana,
Crea nella mente nuovo magmi.
È nostro augurio
Che il vestibolo sia questo.

Da Stelle e devianze (1993)

Fantasmi (I)

Chiamare amico se amore non è aprire
perché una parola è tutto e tu sei

maestro di gesti, un lungo fuoco orientale
a notte, portatore di fiori,
non avrai altro corpo che quello
e basterà per sempre,
nessuno troverà il nome.

Da Epigrammi (2006)

Finalmente
Quando vedrai il corpo
da una parte e la mente dall'altra,
il sangue sarà uscito assolutamente,
rimarrà solo uno spettro,
saprai che non c'entravi niente,
che la questione era tutta interiore,
e mi perdonerai.

Da L'amore alle porte (2007)

(Nel rogo o nel naufragio)

5.
L'errore fu togliere il coltello
dalla ferita. Sembrava superficiale,
non che avesse leso
le parti della vita.

16.
Non posso dire bugie:
Ti ho bestemmiato
tante volte.
Vorrei esistere in Te
esistente.
L'Invisibile crea il visibile,
e le voci dei deboli
la Natura ascolta
in segreto.

*

(Nozze segrete)

5.

Le lamiere non bastavano
a nasconderci al mondo,
il furore aumentava
e il freno non reggeva,
a rischio di sfracellarci
nel dirupo.
Ci salvò,
improvvisa come una serpe,
l'assenza del desiderio.

*

(Autopsia)

3.

Cominciai a morire
quel giorno e in quel momento.
Correvo, sapendo che non appartenevo
più al tempo; anzi, cercavo di
superare la misura dei minuti
e dei secondi. Adesso direi
che se l'inseguitore mi avesse raggiunto,
mi avrebbe salvato.

Da Il corpo e l'orto (2014)

Come per una musica interiore
non ti accorgevi quanto crudelmente
rapidi e ladri fuggissero
i giorni,
mentre chi incontravi apriva e chiudeva
parentesi piene di cronologie,
neanche fosse stato impiegato
all’anagrafe.
Ma il tuo corpo non eri tu,
e una volta cancellato quello,
la forza segreta che lo muoveva
sarebbe balenata libera:
sarai tu, salvo.

*

Quando non hai corpo ti conosci meglio,

scorre e dice l’acqua
mentre si specchia in te;
quando non sei corpo
susciti ogni meraviglia
e, meravigliato, sei sbigottito
della conquista.
La natura ti annulla, è niente,
e tu sei natura.

Notizia biobibliografica:

Marco Amendolara, poeta, critico letterario e d’arte, traduttore di poesia latina, laureato in Filosofia e in Lettere moderne è nato a Salerno il 17 ottobre 1968. Nel 1984 pubblica il saggio sulla teoria della poesia La musa meccanica, Ripostes, Salerno-Roma (questa edizione con lo pseudonimo di Omar Dalmjró), testo riedito “con minime varianti, aggiunte, omissioni” nel 1994, presso Pellicanolibri, Roma. Tra gli altri lavori critici: Allegoria di Oscar Wilde (ancora Omar Dalmjró, Ripostes 1987); Indagine su Oscar Wilde, Ripostes 1994; Apparizioni a mezzogiorno. Interventi sull’arte contemporanea, Tesauro e la Fabbrica Felice, Cetara 2001; Tinture disumane. Arte mista ad altro, Tesauro e la Fabbrica Felice 2001; Doppio magma. Arte e scrittura in Soffici, Savinio, De Pisis, Cremona, Tesauro e la Fabbrica Felice 2002; Parole variopinte, Tesauro e la Fabbrica Felice 2004; La tentazione poliedrica. Artisti-scrittori del Novecento, a cura di Mario Fresa, Edizioni L’Arca Felice, Salerno 2010.
Ha pubblicato raccolte di prose e aforismi: Tetralogie, Ripostes 1986 (come Omar Dalmjrò); Mani addosso, La Fabbrica Felice 1998; Vascelli, tatuaggi, selve e saette, Marocchino blu, Lucca 2002 e il suo lavoro di traduttore è raccolto nei volumi Catulliane e altre versioni, Tesauro e La Fabbrica Felice 2002; Carmi taroccati. Contraffazioni, trucchi, simulazioni, Ripostes 2003 e L’alfiere amoroso, Ripostes 2004. Ha curato, inoltre, volumi su Lewis Carroll, Contessa Lara, Remigio Zena, Giovanni Camerana, Georges Simenon.
Numerose le raccolte di poesia: Rime amare, in AA. VV., Festa delle idee, a cura di Ugo Marano, Capriglia 1984; Rimmel, Extravagantes, Ravello 1986 (queste prime due opere come Omar Dalmjrò); Misteri di Seymour, Altri Termini, Napoli 1989; Fogli selvatici, con Ugo Marano, La Fabbrica Felice 1993; Stelle e devianze, La Fabbrica Felice 1993; Epigrammi, Nuova Frontiera, Salerno 2006; La passione prima del gelo (auto-antologia di poesie e traduzioni, Ripostes e Marocchino blu 2007); L’amore alle porte, Plectica & Bishop, Salerno-Giffoni Sei Casali 2007; La bevanda di Mitridate, Marocchino Blu 2008.
Ha svolto anche un’intensa attività pubblicistica, collaborando a vari periodici e quotidiani, tra i quali «Il giornale d’Italia», «Il Mattino», «Caffè Michelangiolo», «L’area di Broca», «Frontiera immaginifica».
Muore di sua volontà, a Salerno, il 16 luglio 2008.

Nel 2014, a cura dell'Associazione Marco Amendolara viene pubblicata la raccolta Il corpo e l'orto (La vita felice). Del 2016 è La passione prima del gelo (poesie 1985-2008), edito da La vita felice.

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