C'è un nesso semplice e profondo, sorprendente tra le cose e il dire, tra il vedere e la visione, nella poesia di Maria Teresa Murgida. Una specie di femminile incantamento in cui le potenze delle oscurità e delle realtà luminose si rivelano in relazione normale con le cose feriali, i gesti della casa, la vicenda quotidiana. Una poesia del rituale, secondo la doppia valenza del termine, abitudinario e sacro, che inquieta e sposta la visuale e che senza cedere alle lusinghe di una scrittura esibitoria trova il modo per dirsi, per testimoniarsi. Facendoci precipitare di colpo nella verità della poesia, cioè del vivente.
Davide Rondoni
Il sole dà manate sopra i vetri
chiama le stanze una ad una
e mani e gambe a governare il giorno.
Anche io allora mi dilato
mi tendo
mi allontano
e sento parlare
le cose mute.
Il cielo è un cencio
le ferule lo pungono dal basso.
Non trovo nessun fiore
sulla pancia della terra,
li ha tutti mia madre nella gola,
ne dona alle raffiche sguaiate
mentre parla ai morti di novembre
Ad ogni partenza della rondine
mia madre torna più indifesa.
Compie un volo d’affanno
intorno al tempo che rimane.
Ha solo un lume fioco
ed un garrito chiaro.
Nasce dagli occhi la parola
dal modo in cui si posano sul mondo.
Da come guardano la luce
quando compie mosse di ragno.
Ogni parola è la precisa mappa
dei giorni messi in fila.
È il tremare del mio sangue
alla danza di uno stormo.
Le braci del ceppo
stanno nella tana del petto.
Respirano il buio di fuori
imbrogliano la voce.
Fiata l’odore dei biscotti
dalle mani di mia figlia
da soli bastano
a fare giorno
Me ne sto qui in ascolto
nell’avvallamento che fa il lume.
Tutte le beatitudini,
in frammenti piccolissimi
indorano la fiamma.
Ho tempo da riservare
al sangue muto del rovo
e agli occhi dei santi
quando cantano amore
e non lo sanno dire
Maria Teresa Murgida (Catanzaro 1976) si afferma in diversi concorsi nazionali.
La sua opera prima è il frutto del primo posto al concorso nazionale “metropoli in versi” ottobre 2017, che le riconosce la pubblicazione del “filo quotidiano” (Compact edizioni) con prefazione di Michela Zanarella.
A settembre 2017 si classifica prima al concorso di poesia estemporanea “città di Latina”.
A dicembre 2017 le viene riconosciuto il premio speciale della giuria (l’aurora cultura) alla XV edizione del concorso nazionale di poesia città di Sant’Anastasia.
Nel 2019 si classifica al primo posto al concorso con poesia e immagine indetto dall’Accademia Mondiale poesia.