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In pieno vento

Poesie tratte dall’opera inedita di Arianna Vartolo L’aiuto a non morire

Introduzione di Melania Panico

 
Non è silenzio il vento. Ha rumore chiaro e ancestrale, qualcosa che somiglia alla riflessione sull'essenza, sull'esistente. Ed è anche un contenitore. Di respiri, di vita che si compie: “Respiriamo per salvarci - noi due”. Di vita che è salva finalmente e dopo tutto.
La poesia di Arianna Vartolo prende il vento e lo caratterizza, lo chiama Silenzio (con S maiuscola non a caso). Lo chiama Respiro. Lo chiama Parola. E la parola poi diviene luce e poi di nuovo silenzio.
L'aiuto a non morire è certezza che c'è qualcosa di più grande a cui aspirare. Un Assoluto che non si sa bene dove stia ma ci richiama.
Un'opera di esordio notevole e splendente.

E,

se anche si volesse

capire, ci sarebbe

- sempre -

troppo vento.

Da lontano continuavi a guardare

la trasparenza dell'acqua, simile

a te - in quel tempo; respiravi,

ricordo, seguendo - fuori

fuoco - la vita

che ti circondava. "E nulla è più;

non qui. Il vento

di quell'esistenza

attende".

Aveva il sapore delle

stelle, e di vento

notturno - profumato nel suo essere

così gelido; viveva

mordendo l'Esistenza, baciandola

sulla nuca

nuda. Odorava di

dolce grazia e

di desiderio:

di cosa?

Inventavi – giocando – visioni

distorte di stoffe scarlatte

e profumi orientali; corpi

lucidi per il sudore e per

la tenerezza, di cui erano

figli. “Uno, due,

tre”; era tutto un universale

desiderio.

Silenzio

come tempo

di esistenza, linea

di pensiero e di

potenze. Un

mut(u)o leggersi e

costruirsi; curare. Respiriamo

per salvarci - noi

due.

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