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“Essere Altro” di Asia Vaudo

di Angelica Grivèl Serra

Essere Altro (Ensemble, 2020), opera prima di Asia Vaudo, è un libro intriso di vita e screziature.

A dispetto della geometria essenziale del disegno in copertina, (linee nere a confinare un volto incompiuto su uno sfondo bianco), il rintocco delle trame è risolutamente lirico e pieno: si schiude piano, senza furia apparente, in uno svelare progressivo le cromie delle sue ali.

È un libro che consta di 146 pagine appena; di fragile fattura, dunque, così come esile è il passaggio sul mondo delle figure che intessono le vicende narrate, in un mulinare che se a tratti segue un ritmo così volatile da assumere persino l'astrattezza dell'inconsistenza carnea, altrettante volte si afferma in una concretezza sgomenta, che viola le soglie dell'attenzione: richiede ed esige di essere sentita, vissuta, secondo gli intrecci di parole nel loro creare la storia. O meglio, le storie.
Quasi indebitamente proposto come una raccolta di racconti, infatti, Essere Altro si configura piuttosto, allo sguardo di chi legge, secondo la veste del prosimetro: la prosa si dipana nei pigmenti pastello di una poesia che fluisce sino alle foci di nuova prosa, a tradurre la natura di un pensiero che libra a voli alterni, ora in verso, ora in racconto.
Non una trama, non la grandiosità di un'epopea, ma una danza di nomi, un vortice di esistenze e di voci, femminili e maschili, che la sensibilità dello sguardo dell'autrice indaga con una sorta di premura materna.

“George percepiva la tristezza di Tania e avrebbe voluto entrarci, prenderla con sé, lasciare che si addormentasse nel suo corpo e non più in quello di lei. Ma gli artisti non possono essere felici troppo a lungo. Devono sempre dare. Ingoiare e restituire. George masticò la parola artisti, la frammentò, 'ar tisti', inserì una r, 'ar tristi', ridacchiò (…). In fondo la commozione da dove viene, pensò, se non da una profonda tristezza, o meglio dalla consapevolezza della tua tristezza?”

Asia Vaudo traccia vita con la sua penna pensosa, che pondera lo sgorgare del pensiero in un panneggio stilistico fine,
alla ricerca di un modo di essere, o forse d'essere altro.

Dedicato a chi è vorace di conoscere forma e contenuto delle cose fragili.
Per chiunque ami immergersi nel dolceamaro di vite connesse a suoni e colori che vibrano.

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