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Due poesie inedite di Valentino Fossati

 
 

GIORNO D’AVVENTO

I figli caduti poco prima delle madri
solo ora troveranno la quiete

se ritorni poi, se non ritorni
traversando le luci sbilenche

(già dicembre)

il cancello, i corridoi, le stanze bluastre

di là, sempre
il desiderio nostro.

Ho percorso l’Aurelia in un giorno d’Avvento
tra Finale e Spotorno, per sollevarti dalla tormenta

quando il tunnel è breve

(dove i vicoli le stagioni bianche, il viaggio di nozze
la prima comunione …) …

Ad un soffio dal dirti
cos’è – davvero – precipitare nel sogno

dopo l’amore infinito consegnarti alla neve.

LA FINE DELL’INVERNO

 

Ritrovarono

i balconi,

 

 

 

i palazzi verdemare

i campi del pallone

 

 

al di qua

 

 

l’infanzia al culmine poi,

 

il sole che impallidiva

dietro le nuvole.

 

Ritornarono al loro posto

 

 

(per te)

 

 

tremarono      appena …

 

 

Perché fu breve, poca luce quella grazia tua

 

il campanello, la mia porta

(o l’intervallo …)

 

 

e la scuola che attraversavi,

 

 

le aule colme nel pieno giorno …

 

 

Quel vento poi,

i primi di marzo

 

 

la rete vuota in mezzo al campo –

 

 

adesso –

 

 

le voci,

 

 

lontane

 

 

i passi lenti,

 

 

gli spogliatoi …

 

 

 

 

Solo ombre, queste,

che richiamano ombre

 

e vita      – nessuna –     che risplende alla vita

 

 

 

ma ho provato ad amarli sai,

 

ad abitarli

 

 

un’ultima volta

 

 

i bambini, le loro madri

 

 

 

ora terribili

 

 

 

 

inaccessibili.

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