La Testimone
Sottese sono le attese.
Inermi e partorite.
Solo un buco, sul fondo del fondale.
Una crisalide di stelle, uno scheletro di donna.
Indiziata, nei tremori della pelle
Dai colori del buio. Inesistenti.
Svuotata, scavata fino all’osso.
Ogni cosa in me è vuota.
Martoriata nei miei seni scarni.
Nelle fessure dei miei fianchi,
refusi di sporgenze.
Sirena mendace, negli occhi liquido di luna.
Non sono mai sazia, una cagna ingorda.
Randagia con grappoli per capezzoli.
Nuda, nella pelle che abito.
Ogni cosa in me è cruda
Straniera alla madre, mi distanzio
Livida, nella ruggine dei miei tendini,
incastri irrisori
di sorde eredità.
Ombre, sorelle
Abbiate pietà
delle mie ossa
della mia carne
della mia esistenza
della mia resistenza.
Folie à Deux
Gli esistenti intrisi dal sangue della loro ferita,
anelano con devozione il carnefice per farsi vittime.
Avanzano con la stessa struttura scheletrica di dolore.
Senza pelle, anemica distorsione di specchi.
Attendono con minuta credenza,
di strappare lembi di pelle per coprire le proprie ossa.
Eseguono l'umile dettato del niente
fradicio di cadaveri.
Riempiono una brocca di macerie,
al peso della vittima identità.
E incensano, la danza macabra dei corpi.
Salvezza, veemente Salvezza.
Afferri come la zolla gli schianti,
e ne fai luce, alito che plasma, silenzio.
Il mio Credo
Io esisto.
Credo nel mio corpo
Credo nel fiore sgualcito
Credo nelle anime salate
Credo nelle ombre
Credo nei miei umori
Credo nelle ortiche
Credo negli strappi
Credo nei graffi
Credo nella ruggine
Credo negli occhi tuoi umani
Io esisto.
Alessandra Melillo è un’educatrice e lavora al Centro Diurno Disabili Ferraris della Cooperativa Sociale di Cascina Biblioteca di Milano. Si occupa anche di educazione alla teatralità e laboratori di scrittura creativa.
“I Fiori delle Ortiche | 62 poesie e 1 preghiera” - spiega - è una silloge che raccoglie le poesie nate dal laboratorio di scrittura creativa del progetto “Giochi di Parole” che ha coinvolto le ospiti e le operatrici del Centro Diurno Disabili Ferraris, di Cascina Biblioteca di Milano.
Il progetto “Giochi di Parole” è nato da uno sguardo rivolto a un gruppo di donne, con storie, età, disabilità e abilità differenti. L’esigenza è stata quella di creare uno spazio di silenzio in cui spogliarsi da tutte le cose che agitano la superficie del quotidiano, verso la ricerca di una propria identità, di intimità e dialogo.
Da questi presupposti, si è dispiegato il laboratorio di scrittura poetica al Centro Diurno Disabili Ferraris.
La metodologia utilizzata è stata cucita sartorialmente sul gruppo, in modo da permettere a tutte le partecipanti di godere dell’atto poetico e di incontrare l’altro da sé, all’interno di uno spazio protetto.
Il laboratorio ha contribuito a creare uno luogo dove le partecipanti hanno avuto l’opportunità di mettere in campo liberamente la propria emotività, attraverso semplici esercizi di scrittura, oltrepassando i limiti della sintassi e della grammatica.
La parola poetica ha la peculiarità di dare forma al dolore, alla gioia, all’ansia, all’invisibilità, per esprimere un naturale desiderio di esserci e di fiorire.
Esistenze scomode e ai margini, proprio come le ortiche, piante urticanti e infestanti, che crescono spontanee con ostinazione e tenacia, anche loro trovano il modo di fiorire e portare bellezza.
Il risultato è certamente Poesia: “I Fiori delle Ortiche | 62 poesie e una preghiera” contiene scritti colmi di silenzio.
Immagini che hanno il potere di ri-nominare i vissuti, di far fluire le identità e le differenze.
Luoghi di incontro, di libertà, di cura, di profondità, di compassione, di ispirazione – tutte entità che richiedono una ritmica lenta, di ascolto, di attesa, di rivelazione. Un distillato di Fatica e Bellezza. Come la Poesia, come la Vita stessa.